Negli ultimi anni, molti genitori hanno difficoltà a gestire il sonno del proprio figlio, sperimentando una certa difficoltà a spostarlo dal “lettone” o letto matrimoniale al suo lettino. La domanda quindi è lecita: come aiutare i bambini a dormire da soli?
Spesso mi viene chiesta la “ricetta” per trasferire il proprio figlio nella sua camera.
La risposta che dò a tutti è: NON ESISTE UNA RICETTA. Ogni situazione è a sé: questo significa che ogni bambino, ogni genitore e ogni famiglia hanno una propria storia, un proprio modo di educare e quindi anche la nanna ha molteplici variabili.
Consigli per aiutare i bambini a dormire da soli
Se il bambino è già grandicello e ancora non ne vuole sapere di dormire da solo, non bisogna pensare che la situazione sia irrecuperabile. Quello che ho imparato e che assicuro sempre ai genitori è che non è mai troppo tardi per rimediare.
Le regole in generale, senza tener conto delle variabili specificate in precedenza, possono essere:
- Definite con il bambino quale sarà il luogo in cui dovrà dormire. Se si decide che è arrivato il momento del lettino, spiegatelo al piccolo ed evitate di tornare sui vostri passi dando segni di incoerenza che il bambino avrebbe difficoltà ad interpretare. Una buona idea potrebbe essere quella di acquistare degli oggetti assieme al bimbo per arredare la sua camera: a un tappeto, piumone, lucina ecc…, il bambino deve essere fiero di poter dormire in camera sua.
- Mantenete gli stessi orari di risveglio mattutino e messa a letto. Durante il fine settimana, affinché la routine sia consolidata, si dovrebbe mantenere il più possibile lo stesso orario, altrimenti si rischia di riiniziare tutto da capo.
- Le routine sono importanti anche per la messa a nanna, quindi consiglio di fare sempre le stesse cose prima di andate a dormire, come ad esempio: cena, lavarsi, pigiama, messa a letto, lettura libro ecc.
- Prima della messa a letto si dovrebbe parlare di situazioni piacevoli successe durante la giornata.
- Se il bambino è abituato ad andare a dormire molto tardi, non si può pensare di passare dalle ore 22.30 alle ore 21.00 in una sola serata; si dovrà invece scalare la messa a nanna, molto lentamente, anche di 15 minuti alla settimana. Quindi, se è abituato ad addormentarsi alle 22.30, per circa una/due settimane lo si addormenterà alle 22.15. Osservando che dopo un lasso di tempo il bambino si addormenta bene, a quel punto si potrà scalare di altri 15 minuti.
- Sarebbe cosa utile che non intercorra troppo tempo tra la cena e la messa a letto. A differenza di un adulto, il bambino digerisce prima e avrà bisogno di addormentarsi a stomaco pieno e non vuoto, altrimenti avrà difficoltà ad addormentarsi, perché la sua attenzione si sposterà sulla fame. In più, sarà arrabbiato perché avrà sonno e non saprà cosa soddisfare prima.
- Il suo lettino deve essere il luogo dove si dorme: una buona strategia per addormentarlo è anche quella di leggere libri prima dell’addormentamento oppure di farsi delle coccole.
- Potrebbe portare a letto con lui/lei un pupazzo o qualcosa di morbido. A volte, se ha un grande attaccamento con la figura materna, anche una maglia messa per qualche ora dalla madre, trasmettendogli il suo odore, può tranquillizzare e facilitare il sonno.
- Invogliate il figlio a praticare un’attività fisica nelle ore diurne o anche solo a giocare al parco o all’aria aperta quando possibile.
- Se ci sono difficoltà nell’addormentamento o dei risvegli notturni, è utile tenere un diario del sonno, per evidenziare i momenti problematici in relazione a pisolini diurni, ad attività particolari svolte durante il giorno, a modalità e numero di risvegli, compresi o brutti sogni.
Queste sono delle modalità generali per la messa a nanna ma, come dicevo, in principio ogni famiglia è a sé e si va sempre in aggiustamento.
Per evitare errori nell’abituare i bambini a dormire da soli, consiglio sempre di parlarne sempre con laPedagogista di riferimento.
Articolo a cura della Pedagogista Stella Primari