È stimato che più della metà dei neonati soffrono di reflusso gastroesofageo nei primi 3 mesi di vita. fino al 50-70% dei bambini ne soffrano entro i primi 3 mesi di vita.
Che cos’è il reflusso gastroesofageo del neonato
Il reflusso gastroesofageo nei neonati è una condizione fastidiosa e talvolta persino dolorosa per il bambino. Essa consiste infatti in una risalita dei succhi gastrici lungo l’esofago o del rigurgito del latte consumato.
Le cause del reflusso gastroesofageo nel neonato possono essere diverse: la maggior parte delle volte si tratta di una condizione legata soprattutto al malfunzionamento del cardias, il punto di congiunzione tra stomaco ed esofago, che non sempre è del tutto sviluppato nel bambino appena nato.
Altre volte, l’origine del problema può essere una cattiva deglutizione, una posizione scorretta durante l’allattamento, la mancanza del giusto apporto di fibre e, nei casi più seri, malformazioni o condizioni mediche particolari che meritano un approfondimento diagnostico da parte di un medico.
I sintomi per riconoscere il reflusso del neonato
Per un genitore è piuttosto facile riconoscere il reflusso gastroesofageo del neonato.
Quando il contenuto dello stomaco refluisce nell’esofago, il neonato prova fastidio e dolore e di conseguenza piange frequentemente e si dimostra irritato. Ma il pianto non è l’unico indizio del reflusso nel lattante.
Altri sintomi sono il rigurgito frequente, soprattutto dopo aver mangiato, la difficoltà ad assumere il latte e a prendere peso. Spesso, il reflusso è associato anche a coliche addominali e gonfiore della pancia.
La risalita del contenuto nello stomaco può provocare inoltre irritazione alle mucose della gola, causando tosse e respiro affannoso.
Consigli per migliorare il reflusso del neonato
Il primo consiglio per migliorare il reflusso del neonato è comprendere la causa del problema, meglio se con un visita presso un pediatra.
Oltre a questo, è possibile seguire alcuni accorgimenti per aiutare il neonato a stare meglio dopo la poppata.
Per prima cosa, la mamma che allatta dovrebbe evitare di assumere cibi irritanti: tra questi cioccolato, caffè, tè, spezie e cibi piccanti.
Un’altra buona prassi è quella di nutrire il proprio bambino con pasti più frequenti e meno pesanti, dosando la quantità di latte poppata dopo poppata. Meglio farlo mangiare poco e spesso per favorire la digestione e alleggerire lo stomaco!
Anche la posizione del neonato può aiutare ad alleviare i sintomi del reflusso nel lattante: questo vale sia durante sia dopo la poppata. Ad esempio, è buona norma mantenere il neonato in posizione verticale evitando i movimenti bruschi. Per il riposino, è preferibile posizionarlo su un fianco o sulla pancia, e non sulla schiena.
L’aiuto dell’osteopatia per il reflusso del lattante
Un altro aiuto per il trattamento del reflusso nel lattante viene dall’osteopatia. I bambini possono infatti ricorrere fin da piccoli alla terapia manuale di un osteopata per alleviare i sintomi spiacevoli che riguardano il reflusso, ma anche altre disfunzioni, come ad esempio le coliche neonatali.
In caso di reflusso gastroesofageo, l’osteopata lavora sulla zona dell’addome, del diaframma e del bacino, agendo sul sistema muscolo-scheletrico e viscerale per allentare le tensioni che ostacolano il normale funzionamento del cardias.
I movimenti che compie l’osteopata sono dolci, leggeri e delicati, e aiuteranno il neonato a ritrovare il benessere. Non solo: l’osteopatia pediatrica ha un ruolo importante sia nel trattamento delle principali problematiche che riguardano i neonati sia nella prevenzione di quelle condizioni che potrebbero influire negativamente sul suo percorso di sviluppo.
Un motivo in più per affidarsi alla disciplina per accompagnare la crescita del neonato!
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