“Come posso aiutare mio figlio ad esprimersi meglio?”
“Perché sembra poco interessato al linguaggio?”
“Cosa devo fare se sbaglia a dire una parola o se non riesco a capire quello che mi vuole dire?”
Sono alcune delle domande che più frequentemente il genitore rivolge al logopedista.
Ogni genitore cerca sempre di mettere in pratica delle strategie per stimolare lo sviluppo del linguaggio del proprio figlio.
Tale tendenza è sicuramente positiva, in quanto la stimolazione ambientale rappresenta uno dei requisiti fondamentali per lo sviluppo linguistico: i genitori, infatti, sono le persone più vicine al bambino e possono incidere attivamente sullo sviluppo del linguaggio del proprio figlio, vivendo la quotidianità del piccolo.
Il linguaggio del bambino e l’importanza del contesto
A casa è possibile fare tanto per i propri figli, attraverso alcuni accorgimenti relativi alle modalità comunicative da adottare quando ci rivolgiamo ai più piccoli.
Tutti noi quotidianamente stimoliamo il linguaggio dei bimbi parlando con loro. Parlare, infatti, fornisce un modello a cui il bambino può fare riferimento per migliorare le proprie capacità linguistiche e costruire un linguaggio sempre più ricco.
Ovviamente, non è importante solo parlare tanto, ma anche parlare in modo corretto.
I bambini che stanno acquisendo il linguaggio e i bambini con difficoltà di linguaggio elaborano lentamente le informazioni linguistiche, proprio perché ancora non hanno una piena padronanza dello strumento.
L’adulto, quando parla, produce tutta una serie di suoni, parole e frasi che, nell’insieme, costituiscono un continuum sonoro. Ed è proprio dal continuum sonoro che il bambino deve estrapolare tutta una serie di regole e informazioni che gli consentiranno di individuare gli elementi dotati di significato (parole, verbi, preposizioni).
La stessa cosa accade quando una persona ci parla in una lingua straniera che stiamo imparando e abbiamo difficoltà a capire le singole parole All’inizio siamo lenti ad elaborare le informazioni: se però la persona rallenta, diventa più semplice cogliere le singole parole e le relazioni tra esse, diventando sempre più abili e veloci con la lingua.
Consigli ai genitori per il corretto sviluppo del linguaggio nel bambino
Uno dei compiti del logopedista è anche quello di fornire una consulenza ai genitori guidandoli nel percorso di crescita del piccolo. Ecco di seguito qualche strategie che possiamo mettere in atto per sostenere e facilitare il bambino:
- Parlare bene, in modo rilassato e lento, senza scandire troppo le parole e con una buona articolazione (non storpiare le parole, non pronunciarle come le dice lui), per aiutare il bambino a capire meglio il modello adulto;
- Ascoltiamo con attenzione e serenità quando il bambino dice qualcosa, senza mostrare fretta o ansia;
- Lasciamo che concluda sempre il suo discorso, non interrompiamolo e non finiamo le frasi al suo posto;
- Di fronte a un enunciato “scorretto” del bambino, riformulare ed espandere la sua produzione (ad esempio se dice “ma” indicando il gatto che mangia, dire “Sì il gatto mangia”; oppure “mamma lallo” – “Si c’è un cavallo”): lo scopo è far capire al bambino che è stato compreso e fornirgli un modello corretto;
- Non obbligare il bambino a ripetere: chiedere di ripetere toglie ogni piacere comunicativo e in genere è gratificante solo per l’adulto;
- Quando poniamo una domanda al bambino, concediamogli del tempo per rispondere: il piccolo sta elaborando la domanda per poi formulare la risposta, da qui la presenza di latenze. Se poniamo continue domande, il bambino dovrà iniziare da capo ogni volta perchè non sa se la domanda è uguale alla precedente;
- Verbalizziamo quello che stiamo facendo dimostrando il piacere di comunicare, inserendo delle pause per facilitare la presa del turno da parte del bambino “Ora mettiamo le scarpe perché dobbiamo uscire. Sai dove andiamo? Andiamo dai nonni”;
- Comunichiamo con il bambino facendo in modo che vi guardi in volto: sarà più attento a quello che gli diciamo e saprà che lo stiamo ascoltando veramente;
- Se non capiamo cosa vuole dirci, non fingiamo di aver capito. Cerchiamo invece di incoraggiarlo a parlare e raccontare, dandogli tutto il tempo che gli serve. Potete aiutarlo a spiegarsi ripetendo la parte dell’enunciato che avete capito chiedendogli di concentrarsi sulla parte non capita (“eno ad” – “Cade? Chi è che cade?”), proponendo voi delle possibili spiegazioni (“bimbo ande” – “Il bimbo è grande? No? Il bimbo piange?”), stimolandolo a indicare o usare un gesto (“vojo atta” – “Fammi vedere cosa vuoi. Ah vuoi la palla!”).
Questi sono solo alcuni dei consigli che possono sostenere lo sviluppo linguistico, validi sia per bambini piccoli che stanno strutturando il linguaggio, sia per quei bambini che hanno alcune difficoltà.
Possono sembrare cose complesse, in realtà è quello che spesso facciamo spontaneamente. Prenderne coscienza e consapevolezza può aiutare nei momenti in cui sembra non avere una buona modalità comunicativa con il proprio figlio.
Tuttavia, i suggerimenti non rappresentano un’alternativa al trattamento logopedico specifico sul linguaggio se necessario; vogliono, invece, fornire la cornice ideale in cui si inseriranno le nuove competenze acquisite nel corso del trattamento.
Articolo a cura della Dott.ssa Martina Fabbri Logopedista.
Per informazioni ed appuntamenti con la Dott.ssa Fabbri: 0549961429